Il secondo appuntamento di PresaDiretta – questa sera alle 21.20 su Rai3 – è sulle guerre in corso lungo le sponde del Mediterraneo e del Mar Nero, crocevia di commerci e di rilevanti interessi strategici. A due anni dall’invasione dell’Ucraina e alla luce delle difficoltà dei negoziati per una pace tra Israele e Hamas, mentre si sottolinea da più parti l’urgenza di un cessate il fuoco.
“A due anni dall’intervento russo in Ucraina, a quattro mesi dalla strage compiuta da Hamas in Israele e dall’inizio dell’operazione dell’esercito di Tel Aviv a Gaza, PresaDiretta attraversa i territori devastati dalle tante, troppe guerre in corso. In Israele tra i pacifisti e i familiari degli ostaggi che chiedono di fermare l’intervento militare a Gaza, in Cisgiordania dove si assiste all’avanzata dei coloni ebrei nelle zone dove vivono i palestinesi. Che fine hanno fatto le ragioni della pace, quelle che avevano portato agli accordi di Oslo nel 1993?”
“E poi ancora a Beirut che sta vivendo nel timore che il conflitto si estenda anche in Libano, un Paese già divorato da una crisi economica senza precedenti. In Ucraina Riccardo Iacona ha raccolto le testimonianze delle mamme e delle mogli dei soldati scomparsi nel nulla, dei familiari dei ragazzi che da mesi combattono al fronte senza avere la possibilità di tornare a casa”.
L’ultima frontiera di una guerra per parole e immagini
Una guerra, vorremmo aggiungere, che è diventata indefinibile, mai prima d’ora condotta con tale spregio di ogni tipo di convenzione e accordo pregresso. Una guerra che ha rappresentato un salto di “qualità” in efferatezza; che – grazie a media e social – offre scenari “in diretta” sempre più difficili da decifrare, spesso frutto di propaganda. Anche, e soprattutto, perché l’ultimo conflitto di Israele contro Hamas ha registrato il più alto numero di vittime fra i giornalisti, costringendo molti “indipendenti” a spostarsi in luoghi più “sicuri” (come nel caso di Motaz Azaiza). Guerra, infine, al centro di una fitta e complessa rete di interessi fra i mediatori. E che, come tutte le guerre, giova principalmente all’industria e commercio delle armi.