Leone d’oro all’ultima mostra del cinema di Venezia, miglior commedia interpretata da una superlativa Emma Stone per un duplice Golden Globe, ma solo giovedì 25 gennaio vedremo finalmente al cinema Poor Things, l’ultima opera di Yorgos Lanthimos. Senza spiegarci il motivo di tanta attesa.
Un connubio artistico che non delude mai, quello tra Emma Stone e Yorgos Lanthimos, rispettivamente miglior attrice protagonista e regista di Poor Things, artista e film premiati entrambi con Golden Globe, che a settembre 2023 trionfò all’80° Mostra del cinema di Venezia. Nelle sale cinematografiche italiane solo prossimamente, Poor Things narra la rinascita di una giovane donna che, clinicamente morta, riceve in trapianto, per iniziativa di uno scienziato anch’egli oggetto di esperimenti, il cervello del figlio che portava in grembo.
Dal nome allusivo – Godwin Baxter (interpretato da Willem Dafoe) – a lui Bella dovrà, oltre alla nuova vita, anche la sua educazione: quella di una creatura voltairiana (la critica la accomuna più a Candide che a Frankenstein) nel corpo di una donna giovane e avvenente che farà conoscenza del mondo, e naturalmente del sesso, senza vergogna, né pregiudizi, grazie a Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), avvocato scaltro e dissoluto. Viaggiando da un continente all’altro senza il pesante fardello dei pregiudizi; all’insegna di un assoluto libero arbitrio che mette in scena un’inedita determinazione al femminile, in un mondo maschile meschino, ritratto con ironia e sarcasmo.
Adattamento cinematografico di Tony McNamara del racconto vittoriano di Alisdair Grey, Poor Things (Povere Creature! per l’Italia), su una sceneggiatura d’eccellenza, è il risultato dello sforzo immaginifico del regista e di una Emma Stone (che Lanthimos aveva già diretto in La favorita nel 2022) in una prova artistica unica nel suo genere; nonché di costumisti e degli scenografi che hanno saputo creare il mondo di Bella: un “mondo a tinte forti”. E un film che è un’inedita utopia femminista in forma gotica.