Quando storia, letteratura e fiction di qualità si coniugano nello stesso prodotto televisivo si compie un’azione culturale. E quando la cultura si propone nella prima serata televisiva si rende al Paese un servizio pubblico. È quanto accade il lunedì su Rai1 con La storia. Una miniserie, frazionata in 8 episodi disponibili su RaiPlay, tratta dall’omonimo romanzo – capolavoro – di Elsa Morante, pubblicato da Einaudi nel 1974 in edizione economica, per tutti.
La pubblicazione del romanzo suscitò più di una polemica, ma la Rai vi individuò già nel 1986 il soggetto per un film per la tv in tre episodi affidato alla regia di Luigi Comencini, che lo sceneggiò con la figlia Cristina e Suso Cecchi d’Amico, per un’intensa Claudia Cardinale. Quasi a chiudere un seguito ciclo di prosa che, dai suoi esordi, la Rai offrì al grande pubblico con più di un capolavoro della letteratura, non solo italiana, in riduzione televisiva.
Sulla scia di C’è ancora domani, esordio alla regia e insperato successo cinematografico di Paola Cortellesi, Francesca Archibugi filma, nella nuova serie televisiva in onda il lunedì, la Roma a cavallo della Seconda Guerra Mondiale “anticandone” i colori. Con alcuni elementi in comune col film post-bellico della Cortellesi: vi ritroviamo infatti Valerio Mastandrea e Romana Maggiora Vergano, pur in un ruolo minore. E Giulia Calenda, figlia della Cristina Comencini che sceneggiò la versione curata dall’illustre padre, fra gli sceneggiatori de La storia e C’è ancora domani.
La nuova serie televisiva calca fedelmente buona parte del romanzo. Nel primo episodio vi abbiamo visto Ida Ramundo – maestra elementare rimasta vedova con un figlio adolescente – nascondere le proprie origini ebree durante il censimento indetto dal regime fascista. Un giorno la donna si scopre incinta per essere stata abusata da un giovane militare tedesco entratole in casa con un’offerta d’aiuto. Ida diventa così madre, nonostante i rischi dell’età avanzata, di “Useppe” che cresce, come tutti, in balia degli eventi. Con protezione, affetto e cure, ma poco più mentre Ida vede il figlio maggiore partire , come molti suoi coetanei, “vestendo” le camicie nere di Mussolini. Le difficoltà aumentano quando San Lorenzo, il quartiere dove Ida e Useppe vivono, viene bombardato. Accadeva il 19 luglio 1943.
La storia, come C’è ancora domani, racconta vicende che la generazione ormai prossima a diventare nonna ascoltava dai propri nonni: tra qualche decennio non avremo dunque alcun testimone in vita, come i superstiti della Shoah e quanti abbracciarono la causa della Resistenza. Ancora più importante quindi che certa storia si tramandi, sia pur con la più ricca varietà di punti di vista possibile, nel rispetto di uno spirito democratico che le vicende narrate rendono ancora più prezioso. Con l’augurio che iniziative culturali di questo tipo possano risvegliare l’interesse per la lettura dei classici della letteratura, suscitare quella passione per la storia che in Italia resta appannaggio di pochi, e rafforzare infine la consapevolezza che la democrazia sia in assoluto la migliore forma di governo.
Con un debutto seguito da 4 milioni 460 mila spettatori (23,47% di share), La storia è una serie televisiva sceneggiata dalla regista, Francesca Archibugi, con Giulia Calenda, Ilaria Macchia e Francesco Piccolo. È interpretata da Jasmine Trinca, Valerio Mastandrea, l’esordiente Francesco Zenga nel ruolo di Nino, e dai piccoli Christian Liberti e Mattia Basciani in quello di Useppe. Ma anche da Elio Germano, Asia Argento e Antonella Attili. Con la fotografia di Luca Bigazzi, La storia è una coproduzione Picomedia, RaiFiction, Thalie Images e Betafilm.