L’ultima ospitata della segretaria del Pd Elly Schlein a Otto e mezzo, amministrato da anni con piglio austro-ungarico da Lilli Gruber su La7, ancora fa parlare di sé a distanza di settimane.
L’accoppiata Gruber-Massimo Giannini, direttore della Stampa, ha sottoposto Schlein a una gragnola di domande serrate e di tetragone obiezioni che ha destato scalpore e che, in alcuni casi come segnalato da Dagospia, ha indotto i telespettatori (anche non di sinistra) a simpatizzare per la “vittima” Elly.
Ieri (venerdì 29 settembre), nella sua rubrica su Sette, magazine del Corriere della Sera, Lilli Gruber si è difesa dalle accuse dei lettori in merito alla suddetta intervista.
“Ho letto sia nel tono delle domande, sia nella mimica, una sorta di acrimonia quasi personale”, scrive Angela Ianniello. “Inutile lamentarsi dei linguaggi poveri dei vari Conte, Salvini, Meloni, se poi si sbeffeggia chi spiega le proprie idee con un linguaggio da adulti acculturati”, deplora Sergio Paglicci. “Più che un’intervista quella a Schlein sembrava un attacco diretto. Il fuoco di fila di domande (più che giustificato) era accompagnato da sguardi di riprovazione” bacchetta Debora Conti.
La politica senza obiezioni
Lilli non ci sta e risponde a tono. “Cari lettori, quello fra politica e giornalismo è da sempre uno ‘sport di contatto’, e un’intervista è un’intervista non un’arringa elettorale o una chiacchierata fra amici. Questo è bene ricordarlo perché sempre più spesso – soprattutto nella tv italiana – si vedono politici andare solo in trasmissioni ritenute ‘affidabili’ in cui poter dire tutto quello che vogliono senza alcuna obiezione o ‘seconda domanda’ da parte dell’intervistatore”.
E la giornalista precisa: “Questa non è la normalità, e basta accendere un canale televisivo anglosassone per rendersene conto. Elly Schlein è una leader determinata e rispettosa del ruolo dell’informazione, e sa di dover rendere conto delle azioni del primo partito di opposizione, anche esponendosi a domande scomode sulle difficoltà e sulle contraddizioni interne al Pd. Non tutti i leader oggi in Italia fanno lo stesso, specie quelli che hanno responsabilità istituzionali e che a maggior ragione dovrebbero rispondere del loro operato”.
Quindi Lilli respinge al mittente le critiche alla sua “mimica facciale”. “Mi sembra una lettura personale e molto azzardata: dopo 40 anni di giornalismo televisivo ho imparato a padroneggiare un comportamento neutrale”.
L’importanza cruciale della comunicazione politica
Quanto al tema del “linguaggio”: “Abbiamo alle spalle un’estate in cui si è discusso apertamente sullo sdoganamento di ‘diritto all’odio’ da parte di certa destra (riferimento al libro Il mondo al contrario di Roberto Vannacci, ndr); abbiamo sentito frasi sulla ‘sostituzione etnica’, sui diritti delle coppie Lgbtq+, abbiamo visto in Tv opinionisti discettare serenamente se si potesse definire ‘anormale’ un omosessale o interrogarsi sull’eventuale tasso alcolemico di una ragazza stuprata, come a suggerire un rapporto causa-effetto del tutto intollerabile“. Ricordiamo che, alla festa del Fatto Quotidiano, LIlli aveva deplorato le frasi di Andrea Giambruno, compagno di Giorgia Meloni, in merito agli stupri.
La conclusione dell’autodifesa della conduttrice di Otto e mezzo è alquanto puntuta: “La comunicazione è un punto cruciale per ogni responsabile politico, a maggior ragione se nel frattempo c’è chi rivendica orgogliosamente posizioni retrograde, xenofobe e incivili. Come contrapporsi a questa tendenza, senza risultare né elitari né triviali, è un tema vitale per la sinistra e anche per la nostra democrazia. Perché il vero ‘mondo al contrario’ forse è quello che già c’è, quello in cui le interviste ai politici diventano comizi e le frasi che un tempo campeggiavano sulle porte dei gabinetti degli autogrill diventano programma elettorale”.
Visti tutti questi riferimenti non esattamente benevoli a Vannacci, non vediamo l’ora che – come lei stessa ha adombrato alla festa del Fatto Quotidiano – la Lilli nazionale inviti il generalissimo a Otto e mezzo per infliggergli il “trattamento Schlein”. Sempre che Vannacci, benché esperto di incursioni in territorio nemico, non eviti lo scontro temendo in questo caso una caporetto in diretta televisiva.